Progetto Driving Out Birth of the cool Stampa

La Flight Band ripropone la partitura originale di “Birth of the Cool”, lasciandone intatto lo spirito compositivo, ma allo stesso tempo alterandone e rimescolandone alcuni elementi linguistici e strutturali. C’è stato all’inizio un lavoro di adattamento all’organico della Flight Band della musica originaria dello storico gruppo di Miles Davis che ha registrato tra il 1949 ed il 1950 per la Capitol (una serie di brani con un gruppo di nove musicisti, tra cui Max Roach, Lee Konitz, John Lewis, Gerry Mulligan che curava insieme a Lewis e Gil Evans la maggior parte degli arrangiamenti).

Ascoltalo su MySpaceIl lavoro tiene conto di  esperienze storiche come quelle delle big band cosiddette ‘non tradizionali’ - che vanno dalla Sun Ra Arkestra, alla Liberation Music Orchestra - e dei diversi gruppi diretti da Gil Evans e più recentemente da Butch Morris e Carla Bley.
Come suggerisce correttamente Arrigo Cappelletti nelle note di copertina dello stesso CD “Biagio Coppa mette con la sua orchestra-laboratorio Birth of The Cool sul tavolo operatorio, lo smonta, decostruisce, ne fa letteralmente pezzettini. Solo alla fine prova a ricostruirne i frammenti, restituendoci una parvenza dei brani a tutti noti, ma quello che in realtà ci offre è totalmente nuovo: una fantasmagoria di colori, ritmi, sonorità che utilizza Miles come pretesto e alterna in modo sorprendente jazz e musica concreta, seriale, elettronica, rock e perfino lounge music”.
Inoltre l’uso di differenti e moderne  tecniche di direzione d’orchestra, come quella del sound painting,  danno modo a Coppa di lasciare ampio sfogo al gusto per la ‘variazione’ intesa nel suo senso più ampio: il leader controlla il flusso degli eventi musicali con precise indicazioni gestuali, lasciando ad ogni musicista la scelta del materiale da suonare. Ciò che ha reso questo progetto interessante ed originale è stato il rapporto creatosi tra direttore e musicisti, mediante una sorta di ‘trasmissione orale’ dell’arrangiamento, in modo da responsabilizzare l’intero gruppo nella lenta definizione dell’opera.
Infine, citando sempre parte delle note di copertina questa volta a cura di Roberto Fiore: “L’operazione ha richiesto una banale (!?) ma strenua applicazione del motto galileiano- provando e riprovando- inseguendo le suggestioni del “caso” e della “necessità”.
Il partecipe apporto solistico dell’ospite Claudio Fasoli completa, in modo autorevole, questa affascinante, originale e sicuramente compiuta opera di rilettura di BIRTH of The COOL.